Archive for 2012
Azzurri in Piazza
Gli Europei raccontati dall'autore di Stefano Piazza
Nel suo volume ritrae la Nazionale di calcio in oltre 150 citazioni, attraversando un secolo di storia. In esclusiva per Storie di Sport, Stefano Piazza, giornalista e blogger della Gazzetta, aggiorna il suo lavoro editoriale con un nuovo capitolo: Euro 2012 a una settimana dalla sua conclusione...
di Stefano Piazza
continua→Abebe Bikila
Se, come dicono, la maratona è una scelta estetica, quella di Abebe Bikila all’Olimpiade di Roma del 1960 più che una corsa fu una danza: martellante, come il cadenzare dei suoi piedi scalzi sull’asfalto capitolino; irrefrenabile, come il ritmo dei tamburi a contagiare i corpi nelle notti di festa dei villaggi africani. Il suo sorgeva sull’Altopiano etiope, a 150 km da Addis Abeba: è a Jato che il 7 agosto del 1932 nasce il più grande maratoneta olimpico della storia...
di Graziana Urso
continua→Obdulio Varela
L'uomo che ammutolì il Maracanã
Il capitano di una squadra di calcio raramente è un uomo qualunque. Non è obbligato ad avere talento, ma non può prescindere da lealtà, coraggio, spirito di sacrificio, lucidità. Il capitano è il saggio del campo, ergo il leader. Obdulio Varela, capitano del Peñarol e dell’Uruguay, non era nato per essere un fuoriclasse. ...
di Graziana Urso
continua→Uruguay-Brasile: incubo al Maracanã
Non c’erano altri pronostici. Anche i più scettici e navigati opinionisti e conoscitori del calcio di quell’epoca non avrebbero scommesso un centesimo bucato contro la vittoria della squadra che avrebbe ospitato i quarti Campionati del mondo di calcio. Era il 1950 e la kermesse iridata, la prima dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, si sarebbe infatti svolta in Brasile...
di Marco Della Croce e Danilo Francescano
continua→Wimbledon 1975
Il 5 luglio 1975 non può che essere un sabato. Del resto da che mondo è mondo, nel Regno Unito si fa poco o nulla di domenica. Non si pratica lo sport, per esempio. Di nessun tipo. Niente football, né rugby o corse di cavalli. Nemmeno il Torneo di Wimbledon, un’istituzione sacra quasi quanto la Regina o il tè delle cinque, sfugge a una tradizione che sarà violata solo con l’avvento dei grandi network televisivi...
di Marco Della Croce
continua→Più forte del fango
La solidarietà dello sport contro l'alluvione
Storie di acqua, storie di fango e di paura. Chi non l’ha mai vissuta di persona, non può sapere cosa sia un’alluvione. Per sua fortuna. Il 25 ottobre 2011 una delle ormai sempre più frequenti bombe d’acqua ha riversato in sei ore 542 mm di pioggia su due delle Cinque Terre, Monterosso e Vernazza, e su alcuni paesi dell’entroterra spezzino e massese. Un fiume di fango ha trascinato via in pochissimi istanti vite umane, il lavoro di anni, i ricordi di intere esistenze e le eredità di generazioni...
di Danilo Francescano
continua→Wimbledon sotto le bombe
Quando il Centre Court era una trincea
Ms. Rose Cherry non riuscì a credere ai suoi occhi vedendoli accamparsi in quell’autentico sacrario del tennis che era l’All England Club di Londra, dove lei lavorava come responsabile della ristorazione da quasi dieci anni; ma la storia, si sa, non fa sconti a nessuno, così nell’agosto 1939, mentre Adolf Hitler si preparava ad invadere la Polonia, i soldati dell’esercito britannico invasero Wimbledon...
di Graziana Urso
continua→Gabriella Dorio
“Vincerò un’Olimpiade.” Così disse, appena dodicenne, Gabriella Dorio ai compagni di scuola dopo la sua prima emozionante vittoria allo Stadio dei Marmi, durante una corsa campestre. Un sogno che l’accompagnerà per buona parte della sua vita futura, fino alla conquista dell’agognata medaglia d’oro all'Olimpiade di Los Angeles nel 1984...
di Alice Figini
continua→Sarajevo 1984
L'ultima stagione di pace nei Balcani
Il Monte Igman è ancora immerso nei boschi, ma solo da qualche anno i suoi impianti sono tornati a disposizione dei cittadini. I trampolini in muratura sono l'unico segno della prima Olimpiade invernale ospitata in un paese socialista...
di Alessandro Mastroluca
continua→Sara Bertolasi e Claudia Wurzel
Saranno le prime azzurre della storia a portare il due senza femminile ai Giochi Olimpici, le uniche donne della rappresentativa italiana di canottaggio a Londra. Sara Bertolasi e Claudia Wurzel. Garbo, freschezza e temperamento...
di Graziana Urso
continua→Giuseppe Sinigaglia
Il 4 luglio 1914 ad Henley, in Inghilterra, è una bella giornata di sole, ma non è questo ad assembrare residenti e turisti sulle rive del Tamigi: tutti attendono la finalissima della Diamond’s Sculls, la più prestigiosa gara di skiff singolo, vero e proprio campionato mondiale ad eliminazione diretta...
di Graziana Urso
continua→Newport 1983
Quando l'Italia s'innamorò di Azzurra
L’America’s Cup entrò nella vita degli italiani nel 1983. Non che prima non la si conoscesse, sia chiaro, ma solo pochi addetti ai lavori si erano addentrati in vicende che avevano riguardato esclusivamente i paesi di lingua inglese e poche nazioni europee, come Francia e Svezia...
di Danilo Francescano
continua→Melbourne 1956: Ungheria-URSS
L’urlo tremendo di Ervin Zádor zittisce di colpo la bolgia infernale che, come un tuono sordo e cattivo, scuote gli spalti fin dall’inizio del match. Per qualche istante, il tifo, le urla e gli insulti dei 5.500 spettatori si trasformano in sorpresa. Non è un trucco, l’acqua della piscina sta davvero diventando rossa...
di Marco Della Croce
continua→Cinema, mafia e… bodybuilding
Promettono gloria a costo zero o quasi. La fabbrica dei sogni e quella dei soldi. In mezzo, montagne di muscoli costruiti in palestra. E’ nel tempio del culturismo, la Gold’s Gym di Los Angeles, che negli anni Settanta s’incrociano le strade di cinema e mafia. L’affare si chiama bodybuilding...
di Graziana Urso
continua→Il “quattro senza” di Giuseppe Moioli
Una Moto Guzzi davvero speciale
Lucerna, estate 1947. Ospite gradito della cittadina svizzera, nemmeno sfiorata dal terribile conflitto che ha devastato il mondo, lo sport torna finalmente al ruolo di protagonista con i Campionati Europei di canottaggio...
di Danilo Francescano
continua→I Kalenijn: la tribù dei corridori
Tre quarti degli ori olimpici kenioti sono loro. E il Kenya – solo a Pechino – ha conquistato più della metà del medagliere nelle corse di lunga distanza. A cosa si deve la schiacciante supremazia atletica di un’etnia di appena tre milioni di persone?
di Graziana Urso
continua→Livio Berruti
I leggendari 200 metri di Roma 1960
Berruti inchiodò con calma i blocchi di partenza e ripulì accuratamente la pista. Si alzò, gettò uno sguardo all’Olimpico stracolmo, poi si avvicinò a due atleti statunitensi che parlottavano tra loro. Fece un gesto amichevole nella loro direzione e, mentre il terzo americano si univa ai suoi connazionali, volse le spalle al capannello, ritornando con studiata lentezza verso i blocchi...
di Danilo Francescano
continua→Nerone
Il Principe che vinse un'Olimpiade
Nerone il folle. Nerone l’incendiario. Nerone il matricida. Lucio Domizio Enobarbo, imperatore di Roma dal 54 al 68, anno in cui morì suicida, non ha mai goduto di una buona fama attraverso i secoli. Eppure tra le peculiarità di questo personaggio atipico ci fu anche quella di figurare nell'elenco dei vincitori olimpici...
di Danilo Francescano
continua→Alberto Ascari
Ci sono destini simili a cavalli imbizzarriti, che galoppano lungo la vita per impennarsi proprio nell'attimo in cui nulla sembra poterne fermare la corsa. Con Alberto Ascari il gioco delle fatalità salda il conto nel breve spazio di quattro giorni, sfumando l’illusione di una salvezza in una condanna senza appello...
di Graziana Urso
continua→Edoardo Mangiarotti
“Allora, ti vuoi sbrigare? Dobbiamo chiudere il giornale!” No, non era così che l’illustre collaboratore della Gazzetta dello Sport si aspettava di essere ricevuto nella sala stampa di Helsinki. Non quel 28 luglio 1952, almeno, quando a salire sul gradino più alto del podio era toccato proprio a lui, Edoardo Mangiarotti, uno degli atleti più attesi di quei Giochi finlandesi, nonché pubblicista sportivo a tempo perso...
di Marco Della Croce
continua→Joe DiMaggio
Figlio di emigranti siciliani, è stato un'icona del suo tempo, un santino da portare in guerra e stringere a sé in punto di morte. La storia del mito assoluto del baseball americano, l'uomo che a suon di successi finì nelle pagine di Hemingway e nelle note di Simon&Garfunkel, e che riuscì a conquistare il cuore di un'inarrivabile diva del cinema...
di Graziana Urso
continua→Genoa-Bologna 1925
Quel pasticciaccio brutto del calcio italiano
In Italia la ruota del calcio, oltre a fior di campioni, ha sfornato anche guai, pasticci e veleni in quantità industriale. Tutti conoscono le cronache di questi giorni, Moggiopoli o gli scandali delle scommesse degli anni Ottanta; pochi, invece, ricordano il campionato di Prima Divisione 1924-25...
di Lucio Iaccarino
continua→Eugenio Monti
Innsbruck, 1 febbraio 1964, prova di bob a due. La prima manche olimpica di Eugenio Monti e Sergio Siorpaes non è stata eccellente: i due azzurri l’hanno conclusa al quinto posto, molto meno bene di quanto ci si potesse aspettare. Nulla di drammatico, in ogni caso. Il parziale complica un po’ le cose, ma i nostri ragazzi, distaccati di soli 79 centesimi, rimangono tra i favoriti...
di Danilo Francescano
continua→Tennis. Etimologia di uno sport
Il dizionario del gioco della racchetta
Nomina sunt consequentia rerum, dicevano i latini. E lo sport non si sottrae alla regola: il calcio deve il suo nome al colpo di piede che s’imprime al pallone, il basket al cestino in cui s’imbuca la palla per segnare il punto, ma… il tennis?
di Graziana Urso
continua→Il doping genetico
Intervista esclusiva al prof. Mauro Giacca
Per ora è soltanto un agghiacciante scenario futuristico, ma la manipolazione genetica degli atleti potrebbe diventare presto la nuova frontiera del doping. Ecco perché la WADA ha affidato a un centro di ricerca triestino il compito di mettere a punto un test utile a smascherare il gene doping nelle competizioni sportive...
di Graziana Urso
continua→
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