José Bencosme

José Bencosme(© Giancarlo Colombo/Fidal)

José Bencosme (© Giancarlo Colombo/Fidal)

 

L’ultimo ostacolo

La sua è una storia di quelle che raccontano un’Italia nuova. Dalla Repubblica Dominicana a Londra via Cuneo. José Reynaldo Bencosme, vent’anni, originario di Concepción de la Vega, tra pochi giorni alle Olimpiadi sarà la freccia azzurra nei 400 m ostacoli. Un sogno cresciuto un po’ alla volta, tra il campo dell’Atletica Cuneo e l’Istituto professionale Grandis, dove ha appena conseguito il diploma con un bel 71/100, fino agli Assoluti di Bressanone, in cui Benco – così si firma lui – ha centrato in un colpo solo titolo nazionale e minimo olimpico.

«La tesina della maturità mi ha portato fortuna» dice con gli occhi che si accendono dietro le lenti degli occhiali, un lampo d’orgoglio smorzato dal sorriso contagioso. «Magari ve la faccio leggere, ma non fate troppo caso a eventuali errori grammaticali. Si tratta di un lavoro sulle Olimpiadi di Londra del 1948. Parlando di Ottavio Missoni (l’atleta italiano poi stilista che partecipò a quei Giochi nei 400 m ostacoli, ndr) ho azzardato l’ipotesi  che anche quest’anno ci potesse essere un azzurro a Londra nella sua disciplina». Più che un pronostico una segreta speranza.

José Bencosme a Londra (da Campioni.cn)

José Bencosme a Londra

 

E pensare che dell’atletica all’inizio non voleva proprio saperne. Calcio e basket – «il mio mito è Kobe Bryant, io seguo l’NBA» – le sue passioni. A 15 anni un insegnante di educazione fisica lo nota e per Benco arriva la svolta. «Ma a incoraggiarmi verso l’atletica» rivela lui «è stata soprattutto mia madre». Già, la mamma. Lo portò con sé e le sorelle Gioia e Zuly a Borgo San Dalmazzo una sera di gennaio. Benco, che fino ad allora aveva vissuto a La Vega con la nonna,  aveva 11 anni e tanto freddo. «Che volete, ero abituato ai 25 gradi delle Antille!». Poi di quella provincia e della sua gente s’innamorò. «Ho ricevuto un’accoglienza stupenda, a scuola e fuori. Se ho continuato a correre è stato anche per il gruppo di ragazzi con cui mi alleno».

Tesserato dell’Atletica Cuneo, Benco è seguito da Luigi Catalfamo, il suo coach di sempre. In tre anni ha migliorato il suo tempo di quasi due secondi e mezzo, passando dal 51” 74 del bronzo ai Mondiali allievi 2009, al 49′ ’33 dell’oro di Bressanone. Il prossimo ostacolo è il muro dei quarantanove secondi. «A Londra proverò a battere il mio primato personale» promette, indicando il suo realistico obiettivo: superare il turno. Ma se ora il podio è una faccenda tra Javier Culson, David Greene e gli americani, il futuro può essere suo. «Devo lavorare sui passaggi con la prima gamba di destra» riconosce Benco «ma in quelli con la prima di sinistra sono forte».

Intanto, alla vigilia della partenza ammazza l’ansia per la gara tra videogame e amici. E la ragazza. «Sì, ce l’ho» ammette con un pizzico d’imbarazzo.  A Londra non ci sarà. Trovare i biglietti per tutti sarebbe stata un’impresa. «Mi sa che anche i miei a ‘sto giro restano a casa. Ma se me ne capita uno so già chi far venir su». Sempre lei: la mamma. Più italiano di così!

Graziana Urso
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